
Quante volte dovremo ancora commentare le conseguenze disastrose che poche ore di maltempo provocano sul nostro territorio? Spacca chiede lo stato di emergenza ma cosa altro ha intenzione di fare per evitare che ogni volta ci si ritrovi nelle stesse condizioni? Cosa hanno fatto lui e le sue giunte nei 10 anni in cui ha governato la regione? Di chi sono le responsabilità per lo stato disastroso in cui si trova il nostro territorio?
Anche in questa occasione hanno tirato fuori dal cassetto lo stesso testo ripetuto in passato ad ogni “alluvione”. Io non so quanto ancora i cittadini marchigiani saranno disposti ad accettare tutto questo.
Di seguito il comunicato che ho diffuso nella giornata di venerdì 6
“Ora dal Governo centrale e da quello Regionale sentiremo pronunciare le stesse parole ascoltate troppe volte. L’ipocrisia di questa classe dirigente non è più tollerabile – commenta così Patrizia Terzoni, deputata del M5S a proposito delle recenti alluvioni nella nostra regione – in Parlamento giacciono ormai da oltre un anno e mezzo le nostre proposte di legge per combattere il problema del dissesto idrogeologico. Ma le emergenze per questo Governo sono sempre altre e per assurdo spesso si chiamano grandi opere e cementificazione”. Patrizia Terzoni, segretaria della Commissione Ambiente alla Camera, individua anche responsabilità nella gestione regionale del territorio “come è possibile pensare di risolvere il problema come sta facendo la nostra regione ossia facendo entrare le ruspe nei fiumi e costruendo argini artificiali sempre più alti? Il materiale che viene prelevato è lo stesso che per processo naturale dovrebbe andare a riformare le coste, invece la Regione lo lascia in mano alle imprese che svolgono i lavori di escavazione per poi magari ricomprarlo dalle stesse ditte per fare il ripascimento delle coste”. In questa ondata di maltempo i problemi maggiori sono stati registrati lungo le coste a nord della regione con interi tratti di strada cancellati dalla forza della marea. “A dover essere rivista – prosegue Terzoni – è l’intera politica di gestione del territorio. Bisogna fermare le edificazioni facendo un censimento del patrimonio immobiliare pubblico e privato inutilizzato. Bisogna iniziare a considerare i fiumi come un organismo che va curato dalla sorgente alla foce coinvolgendo gli imprenditori agricoli ed evitando interventi puntuali che non fanno altro che spostare il problema più a valle o più a monte. Sono politiche che oltretutto consentirebbero di creare centinaia di posti di lavoro. Considero questo problema – termina la deputata fabrianese – di primaria importanza, per questo il 21 febbraio a Fabriano abbiamo organizzato un incontro per parlare di Costituzione, territorio e paesaggio insieme, tra gli altri, al Vicepresidente onorario della Corte Costituzionale Paolo Maddalena e l’urbanista Paolo Berdini”