
Approvata in prima lettura alla Camera, la proposta di legge per favorire l’utilizzo e la diffusione di defibrillatori automatici e semiautomatici (definiti Dae). La legge, che ora prosegue nel suo iter al Senato, è il frutto dell’unificazioni di otto testi e di un lavoro trasversale, che per il MoVimento 5 stelle è stato portato avanti da Leda Volpi, Massimo Misiti e Filippo Gallinella.
La logica alla base di questo progetto è semplice. Sensibilizzare, diffondere e favorire l’accesso al maggior numero di persone possibile ai Dae.
Innanzitutto spieghiamo cosa sono: dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni, ossia dispositivi di defibrillazione che possono essere usati anche da persone non formate: effettuano da soli la diagnosi del paziente e non rilasciano la scossa elettrica nel caso in cui non ce ne fosse bisogno. A differenza di quello totalmente automatico, il semiautomatico prevede semplicemente che la persona pigi un pulsante per il rilascio della scossa elettrica.
La legge lavora in due direzioni cardine: far sì che i defibrillatori siano presenti laddove ci sono grandi assemblamenti di persone, e che questi risultino di facile utilizzo anche a personale non esperto.
Questo perché è dimostrato che intervenire o meno tempestivamente in questi casi, fa tutta la differenza del mondo.
Stando ai dati, le vittime di arresto cardiaco sono oltre 60.000 ogni anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie.
L’arresto cardiaco in ambiente extraospedaliero ha infatti una percentuale di sopravvivenza molto bassa: il tempo di intervento dei soccorritori è in media di 12-15 minuti, un tempo lunghissimo se si pensa che per ogni minuto che passa dall’inizio dell’arresto cardiaco la probabilità di restare in vita si abbassa del 10 per cento.
In Italia, tra l’altro, l’utilizzo di defibrillatori in ambiente extraospedaliero è di gran lunga inferiore a quello che si fa in altri Paesi UE (6,4% in Italia contro la media europea del 15-20%).
A Piacenza, però, è nato il primo progetto europeo di defibrillazione precoce, denominato “Progetto Vita”, che si è rivelato di successo. Si è potuto constatare che con un defibrillatore ogni 300 abitanti e un efficace coordinamento con il 118, la sopravvivenza è salita al 46% dei casi trattati, fino a raggiungere percentuali del 93% in caso di arresto cardiaco che si verifica negli impianti sportivi dotati di tali apparecchi.
E’ sulla scia di questo progetto, che si innesta la nuova legge. Questo, per punti, quello che prevede.
– Tutte le P.A. che prevedono servizi aperti al pubblico e con almeno 15 dipendenti (con priorità per le scuole di ogni ordine e grado e università) saranno incentivate a dotarsi di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE). Inoltre verrà favorita l’installazione anche negli aeroporti, stazioni ferroviarie e porti, mezzi di trasporto (aerei, treni, navi) che effettuano tratte di almeno 2 ore senza fermate intermedie. Per questo si prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro per ogni anno a partire dal 2020
– Comuni e altri enti territoriali potranno dotarsi di regolamenti per installare nei luoghi pubblici del loro territorio DAE accessibili 24 ore su 24, adeguatamente segnalati e con sistema automatico di chiamata ai servizi di emergenza
– Comuni e altri enti territoriali potranno incentivare l’installazione di DAE in centri commerciali, condomini, alberghi e altre strutture aperte al pubblico
– L’utilizzo di DAE viene consentito a chiunque nei casi di sospetto arresto cardiaco e in assenza di personale sanitario e non sanitario adeguatamente formato per la rianimazione cardio-polmonare (vista l’assenza di pericolosità e di rischio di questi dispositivi)
– Le società sportive (dilettantistiche e professionistiche) dovranno dotarsi di DAE sia durante le competizioni, sia durante gli allenamenti e in tutte le altre attività collegate allo sport e si introduce l’obbligo, per le società sportive che utilizzano impianti pubblici, di condividere il DAE con altri che condividono quegli impianti
– Si introduce anche nelle scuole (con particolare attenzione a quelle secondarie) l’attività formativa sulla rianimazione cardiopolmonare di base e uso del DAE all’interno della formazione già prevista (nella Buona Scuola) sul primo soccorso
– Soggetti pubblici e privati dotati di DAE devono darne comunicazione alla Centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118 competente per territorio, in modo che sia sempre consentita la localizzazione del defibrillatore più vicino
– Verrà creata un’applicazione per smartphone per geolocalizzare in modo rapido soccorritori e DAE
– Ogni anno nelle scuole primarie e secondarie verrà fatta una campagna di sensibilizzazione per docenti, educatori, genitori e studenti sulle manovre di rianimazione e sull’uso di DAE.
Per riassumere. FORMAZIONE all’uso dei defibrillatori già nelle scuole primarie e secondarie, e non punibilità in caso di intervento da parte di persone non qualificate, DIFFUSIONE capillare sul territorio nei luoghi considerati chiave. E infine, grazie allo sfruttamento di questa nuova tecnologia, ACCESSIBILITA’ e FACILITA’ dell’uso di questo strumento.
Il tutto per dotare finalmente l’Italia di una legge che, fornendo gli strumenti per un’azione tempestiva e concreta in caso di emergenza, consentirà di salvare tante vite.