
Il “Decreto Natale” ha l’obiettivo di rafforzare le misure per il contenimento del contagio da Covid-19 in occasione delle festività natalizie e di inizio del nuovo anno, integrando il quadro delle misure già previste e di erogare un contributo a fondo perduto ai soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività prevalente nei settori dei servizi di ristorazione. Il provvedimento ha previsto quindi 645 milioni di euro per gli esercizi costretti a chiudere dal 24 dicembre al 6 gennaio.
Con l’ultima tranche di 628 milioni di euro i contributi erogati dall’Agenzia delle Entrate hanno superato quota 10 miliardi di euro e raggiungono quota 3,3 milioni di bonifici accreditati in automatico sui conti correnti dei beneficiari in base ai decreti “Rilancio”, “Agosto”, “Ristori da uno a quater” e “Natale”.
La tabella con i codici Ateco dei destinatari del contributo comprende ristoranti, bar, agriturismi, gelaterie, pasticcerie, catering, mense e ristorazione su treni e navi. Compreso anche chi fa solo asporto.
In particolare:
CODICE ATECO (56 – Attività dei servizi di ristorazione) |
561011 – Ristorazione con somministrazione |
561012 – Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole |
561020 – Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto |
561030 – Gelaterie e pasticcerie |
561041 – Gelaterie e pasticcerie ambulanti |
561042 – Ristorazione ambulante |
561050 – Ristorazione su treni e navi |
562100 – Catering per eventi, banqueting |
562910 – Mense |
562920 – Catering continuativo su base contrattuale |
563000 – Bar e altri esercizi simili senza cucina |
Il contributo a fondo perduto è stato accreditato direttamente sul conto corrente bancario o postale dei soggetti che hanno già beneficiato del contributo previsto dal “Decreto Rilancio”.
L’ammontare del contributo è pari al contributo già erogato con il “Decreto Rilancio”.
Il “Decreto Rilancio” ha riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita IVA con ricavi non superiori a 5 milioni di euro, nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto, e il cui ammontare di fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. L’assegnazione delle risorse si fonda su un calcolo che applica una percentuale alla differenza tra i ricavi registrati nel mese di aprile 2020 e quelli dello stesso mese del 2019. Sono previste in tal senso tre soglie: 20% della differenza di fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019 per chi avesse avuto ricavi 2019 sotto i 400mila euro, 15% della differenza in caso di ricavi tra 400mila euro e 1 milione e al 10% con ricavi tra 1 e 5 milioni. In ogni caso il contributo massimo sarà di 150mila euro. Il contributo spetta in ogni caso per un valore minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Abbiamo costruito per questa crisi uno strumento nuovo, rapido e capace di dare sostegno. E che, insieme a Mef e Mise, e Agenzia delle Entrate, ha dato ristoro a titolari di partite iva, bar, ristoranti, pasticcerie e tante altre attività.
Ovviamente i ristori non sono conclusi. Continueremo a destinarli, fino a quando ci saranno chiusure obbligate. E vogliamo anche intervenire dando sostegno a chi non è stato costretto a chiudere ma, comunque, in questo passato 2020 ha registrato forti perdite.
Continuiamo quindi a lavorare in questo senso.