
L’amianto é un materiale edile che é stato largamente usato fino agli anni 90, quando è diventato illegale. Ci si faceva un po’ di tutto, dai pavimenti ai tetti, dai freni dei treni ai pannelli fonoassorbenti, e c’erano ottime ragioni: é un materiale naturale composto da silicati, molto economico e molto resistente agli sbalzi termici, all’usura, agi agenti chimici e alla trazione. Non a caso la parola amiantus, in latino, significa incorruttibile, immacolato.
Negli anni d’oro di questo prodotto l’Italia ha prodotto oltre 3,7 milioni di tonnellate di amianto e ne ha importate almeno altre 1,8 e incredibilmente sembra che fra il 2011 e il 2012 l’Italia ne abbia addirittura acquistato ancora dall’India e dagli USA un corrispettivo di 42 Mila euro in manufatti, a quale scopo e per quale utilizzo non si sa bene.
Quando negli anni 90 si é scoperto che questo materiale quando è friabile rilascia dei silicati che se inalati dall’uomo portano a una serie di malattie gravissime era già troppo tardi: Placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda, Mesotelioma pleurico, Mesotelioma pericardico, Mesotelioma peritoneale, Mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, Carcinoma polmonare, Asbestosi e Fibrosi polmonare si possono manifestare anche dopo 40 anni dall’inalazione dei silicati e infatti si prevede il picco di morti per mesotelioma per il 2020.
L’impatto di questo materiale sulla salute degli italiani è molto più grande di quanto raccontano i dati di contaminazione. Dalla mappa dei siti contaminati le Marche sembrerebbero a prima vista come l’area più colpita: eppure hanno tassi di mesotelioma relativamente bassi.
In questo articolo ho già parlato di questa piaga nella mia regione.
Il maggior numero di decessi per milione di abitante si verifica invece, nell’ordine, in Lombardia, Piemonte e Liguria, anche se picchi di mortalità sono presenti al nord come al sud: dalla provincia di La Spezia a quella di Gorizia, da Bari a Taranto, da Siracusa ad Ancona.
Per rendersi conto della gravità della situazione nel 2013 é stato approvato un piano che chiede alle regioni di mappare la presenza di amianto all’interno dei propri confini, ma la mappa italiana non è ancora completa. Mancano del tutto la Sicilia e la Campania che faticano a trovare accordi interni per questo importante lavoro.
In generale comunque il problema della mappatura ricade su praticamente tutti i comuni, un vero peccato perché l’Unione europea ha stanziato un fondo per risanare gli edifici pubblici e ben il 98% di essi non é ancora stato bonificato.
Quindi comuni e regioni pur avendo a disposizione dei soldi per portare a norma di legge i propri edifici pubblici non hanno ancora provveduto a mappare le zone a rischio per usufruirne e il 25 novembre scorso il parlamento europeo non ha tardato a bacchettare l’Italia per questa noncuranza nei riguardi di un materiale che in Italia ha già mietuto più di 30 Mila vittime.
Insomma, la buona notizia è che per una volta i fondi ci sono, la cattiva è che come di consueto in Italia manca solo la volontà delle giunte comunali e provinciali per attivarsi e poterne usufruire…
Ovviamente a questo proposito il movimento 5 stelle non sta a guardare ed ha già pronto un disegno di legge a firma D’Incá per ridurre i rischi per chi lavora in presenza di amianto. Ma ne parleremo più avanti.
Intanto vi propongo il video fatto dai nostri referenti al parlamento europeo.
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