
Dopo tre mesi di fuoco, l’intesa su Whirlpool è arrivata. Rispetto agli scenari che si profilavano soltanto una decina di giorni fa, per lo meno abbiamo un piano “sensato”: Carinaro e None salvi, e anche per gli impiegati almeno per ora c’è una boccata d’ossigeno. Da quella “spada di Damocle” dei duemila esuberi di un mese fa, un bel passo avanti. Per ogni stabilimento italiano ex Indesit, Whirlpool ha assegnato una missione produttiva investendo 513 milioni in tre anni. Venerdì l’accordo sarà messo alla prova, quando voteranno in merito tutti i lavoratori del gruppo. L’accordo ha sì riassorbito gli esuberi ma prevede anche un piano di esodi e trasferimenti incentivati, una ricollocazione e riqualificazione professionale degli impiegati e l’utilizzo della cassa integrazione e di contratti di solidarietà.
Qualche dubbio però rimane. Ad esempio, ci si chiede se la chiusura del sito di Albacina, nel fabrianese, fosse davvero così necessario. Anche alla luce dei tanti investimenti che Whirlpool intende fare su tutto il territorio nazionale. Magari mi sbaglio, ma la scelta è politica: mettere in salvo stabilimenti che si trovano in aree a più alta densità abitativa porta più consenso, senza contare che grazie alla totale assenza della regione negli ultimi mesi i siti marchigiani hanno fatto da comparsa nei vari tavoli. Inoltre, va ricordato che la data da tenere a mente è il 2018. I lavoratori, che in assemblea a breve daranno il disco verde all’intesa, non sono salvi proprio del tutto. Prepensionamenti, mobilità più prepensionamenti, trasferimenti, buoni d’uscita per esodi verso altre sedi aziendali potrebbero tornare di attualità. E anche a Carinaro, non bisogna dimenticare che lavoreranno soltanto in 320 e a turni, non ad orario pieno. Per gli altri ci sarà il trasferimento nel migliore dei casi, o un incentivo per avviarsi alla porta. Anche per gli impiegati, i quali al momento tirano un sospiro di sollievo, la situazione da qui a tre anni può cambiare di nuovo. Spero vivamente di sbagliarmi, ma tra le righe di un accordo che sembra tutto rose e fiori, l’impressione che l’azienda sia arrivata allo stesso scopo di prima ma per altra via, cioè quella di spalmare tutto su più anni, c’è. Noi comunque rimarremo con gli occhi aperti e vigileremo, sempre nell’interesse di chi lavora”.