Sisma: approvata nostra mozione con 61 impegni. Dal governo qualche no di troppo

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Il rischio che i territori delle Marche e del Lazio colpiti dal terremoto dello 24 agosto finiscano in un cono d’ombra, e con essi i cittadini che li popolano, è elevatissimo. Nel mese successivo alla tragedia si è agito soprattutto in chiave emergenziale, cercando di salvare il salvabile e di fornire soluzioni temporanee ai tanti sfollati che dall’oggi al domani si sono ritrovati senza nulla. Le iniziative private di solidarietà hanno aiutato tanto in questa difficile fase, ma ora è giunto il momento della politica.

Oltre a quasi 300 morti, il sisma ha lasciato uno scenario di distruzione e macerie nei comuni di Arquata del Tronto, Accumoli ed Amatrice, con migliaia di persone che hanno perso tutto. Già dalla mattina seguente a questo drammatico evento sismico come Movimento 5 Stelle ci siamo prefissati un obbiettivo: far sì che ciò che non è stato distrutto in quella tragica notte non venisse rovinato dall’immobilismo della politica e dalle lungaggini della burocrazia. Così abbiamo lavorato notte e giorno ad una lunga mozione, al fine di impegnare il governo a prendere impegni tempestivi per mettere in salvo il tessuto economico, sociale e produttivo delle aree colpite, profondamente squarciato dalla calamità naturale. Prendendo spunto dalle esperienze relative ai terremoti del passato, molte delle quali inconcludenti e nefaste, abbiamo formulato un testo per punti netti, proprio per non ripetere certi errori marchiani. In questa settimana questo documento è arrivato in Aula alla Camera per la discussione.

Al centro della mozione abbiamo messo tutta una serie di misure a favore della “residenzialità”, ovvero degli impegni volti a favorire la permanenza dei cittadini dei comuni colpiti sul territorio. Su questo fronte l’esecutivo è partito subito con il piede sbagliato, respingendo la nostra proposta di installare in prossimità delle residenze i “Moduli abitativi provvisori” che nei prossimi mesi arriveranno nelle aree in questione. Scongiurare l’annientamento dei rapporti sociali è un aspetto prioritario: solo così una comunità può sentirsi ancora viva. Inoltre, abbiamo messo sul piatto diverse misure per dare continuità alle attività produttive che richiedono la presenza sul posto dei lavoratori e degli imprenditori: dal commercio all’artigianato, passando per l’agricoltura che con ogni probabilità è il segmento più colpito, abbiamo chiesto interventi finanziari e logistici immediati, per evitare un’ecatombe produttiva ed economica. Un ampio capitolo del testo poi riguarda la ricostruzione: chiediamo un impegno serio per deciso per ricostruire tutti gli edifici, seconde case incluse, con interventi diffusi senza distinzione rispetto all’utilizzo, soprattutto nei centri storici dove è più alta la presenza di immobili costruiti in prossimità. Riteniamo poi essenziale, non appena verranno avviati i lavori, la creazione di uffici speciali per la ricostruzione al fine di non ricadere nei pasticci del passato.

Un ruolo fondamentale lo giocheranno gli enti locali e le amministrazioni comunali dell’area appenninica colpita. Abbiamo chiesto risorse aggiuntive per le due regioni interessate e abbiamo inserito impegni rivolti a istituire un fondo in grado di compensare i mancati introiti da imposizione fiscale (IMU, TASI, TARES) per tutti i comuni del cratere e la possibilità di allargare le maglie dei vincoli imposti dal pareggio di bilancio per consentire l’uso delle risorse disponibili per gli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio. Purtroppo però quest’ultimo punto è stato respinto, a dimostrazione che le battaglie da fare nei mesi prossimi in Parlamento saranno ancora tante. Il governo ha fatto spallucce anche di fronte alla nostra richiesta di proroga relativa all’entrata in vigore di alcuni obblighi come quello che prevede l’obbligo della gestione associata delle funzioni comunali per i comuni con meno di 5 mila abitanti o 3 mila se appartenenti a comunità montane.

Un altro ambito che la nostra mozione affronta di petto è quello della prevenzione, ma anche qui da chi ci governa la volontà di impegnarsi a pieno non c’è: le azioni proposte volte ad aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio e diffondere le corrette pratiche da mettere in atto per affrontare le calamità naturali sono infatti state respinte e addirittura bandite dalle reti Rai. Ahinoi, quando c’è da informare i cittadini, il governo latita.

Abbiamo pure posto particolare attenzione agli interventi sugli edifici pubblici quali ad esempio le scuole per le quali chiediamo l’impegno a predisporre un piano di edilizia scolastica per interventi diffusi di adeguamento alla normativa tecnica antisismica. E’ indispensabile prevedere anche delle misure che consentano di operare un controllo puntuale di tutte le fasi di intervento per evitare il ripetersi di quanto vissuto in passato. Un altro impegno per noi importante ma al quale è stato dato parere contrario è quello di promuovere degli strumenti di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini che consentano anche di eseguire un controllo continuativo sull’andamento degli interventi mediante uno sportello unico per il cittadino che segua l’intera fase della ricostruzione.

Per concludere: anche in occasione di questo tragico evento i cittadini italiani hanno dimostrato la loro capacità di stringersi intorno a chi è in difficoltà e di non far mancare il proprio sostegno. In alcuni casi hanno colmato l’assenza dello Stato. Ora portiamo a casa il risultato di questo testo, però con la convinzione che bisognerà fare tanto altro. E in fretta. Vigileremo, questo è sicuro.

[button color=”white” size=”big” link=”http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1/01358&ramo=CAMERA&leg=17″ ]TESTO MOZIONE SISMA APPROVATA[/button]

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