
In questo periodo in cui si parla tanto di conflitti d’interesse più o meno grandi, rimane vergognosa la nonchalance con cui il governatore Luca Ceriscioli continua a tenersi ben stretta la delega alla Sanità nella giunta regionale delle Marche. A inizio febbraio, mentre l’attivissimo presidente-assessore annunciava a destra e a manca chiusure di reparti, efficientamenti e ridimensionamenti di nosocomi sparsi qua e là, il M5S denunciava come nella campagna elettorale per le regionali 2015 oltre il 40% dei fondi arrivati Ceriscioli venissero da soggetti e società riconducibili all’alveo della sanità privata. Cliniche, laboratori privati, istituti riabilitativi e case di cura hanno contribuito e non poco a finanziare la corsa dell’ex sindaco di Pesaro a Palazzo Raffaello il quale, una volta eletto, non ci ha pensato un attimo a tenere per sé la cruciale delega alla sanità. Le nostre denunce, nemmeno a dirlo, sono cadute nel vuoto. Eppure il Dl 149 del 28 dicembre 2013 in materia di finanziamenti ai partiti coinvolge non solo il livello nazionale, ma pure quello regionale, e parla chiaro in tal senso. Lo scorso 22 marzo ho depositato un’interrogazione parlamentare proprio per chiedere al governo di dare nuovi impulsi per sbrogliare la matassa normativa, che vede nel caso del governatore delle Marche se non altro un evidente paradosso. Che società aggiudicatarie di appalti o contratti pubblici finanzino un candidato diventa pericoloso, anche quando ciò avviene in modo trasparente, se poi l’eletto danneggia il servizio pubblico a vantaggio appunto di questi soggetti privati. C’è poi il caso delle associazioni costituite ad hoc per finanziare campagne elettorali mediante donazioni di privati: esse non sono soggette a nessun obbligo di trasparenza, e anche questo apre scenari torbidi sul totale dei movimenti di denaro prima di ogni tornata elettorale. Nelle Marche, mentre ospedali chiudono e punti nascita spariscono dall’oggi al domani, l’ostinazione di Ceriscioli a tenersi il bastone del comando della sanità regionale è un oltraggio alle istituzioni. E a quei cittadini che per curarsi dovranno scalare un calvario sempre più irto. Auspichiamo che Palazzo Chigi ci risponda al più presto.
[button color=”blue” size=”medium” link=”http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=3/02133&ramo=CAMERA&leg=17″ ]IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE[/button]