
Con questa mozione, fortemente voluta e votata da tutti i gruppi parlamentari, segno che l’ambiente è davvero tornato al centro dell’azione di Governo e che anche che la sensibilità a riguardo è aumentata, abbiamo voluto dare un forte contributo allo sviluppo dell’agricoltura biologica, salvaguardando così sia la salute degli italiani che l’ambiente.
Non bisogna dimenticare infatti che l’uso di fitofarmaci e pesticidi non influisce solamente sulla qualità e la quantità del prodotto finale ma, in moltissimi casi, qualora l’uso risulti irresponsabile, contaminano le falde inquinando le acque.
Il sistema di monitoraggio in Italia è estremamente disomogeneo:
Le regioni e le province autonome, al fine di rilevare la presenza e gli eventuali effetti derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari nell’ambiente acquatico, effettuano i monitoraggi dei residui di prodotti fitosanitari nelle acque, tenendo conto anche degli indirizzi specifici che sono stati forniti dall’Ispra;
La presenza di pesticidi nelle acque italiane, sia superficiali che sotterranee, è fonte di allarme da parte degli stessi istituti di ricerca; Ispra, nell’ultimo rapporto sui pesticidi nelle acque, evidenzia: «Nel complesso, salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia. La situazione è differente tra regione e regione ed è indispensabile incrementare il monitoraggio riguardo a nuove sostanze indicate dalle linee guida dell’Ispra. In generale, sono 35.353 i campioni di acque superficiali e sotterranee analizzate in Italia nel biennio 2015-2016, per un totale di quasi 2 milioni di misure analitiche e 259 sostanze rilevate (erano 224 nel 2014). Nel 2016, in particolare, sono stati trovati pesticidi nel 67 per cento dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5 per cento dei 3.129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli standard di qualità ambientale per le acque (sqa) nel 23,9 per cento delle acque superficiali e nel 8,3 per cento delle acque sotterranee. Gli erbicidi, in particolare, rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità ed il periodo di utilizzo che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi»;
La copertura del territorio nazionale, tuttavia, è ancora incompleta, soprattutto nelle regioni centro-meridionali, in quanto o non sono stati inviati i dati o ne sono arrivati pochissimi e, in generale, la standardizzazione del sistema di rilevazione nel Mezzogiorno presenta forti ritardi;
In particolare, in merito alle sanzioni disciplinate dall’articolo 24 del citato decreto legislativo, la maggior parte delle penalità trascura le materie relative all’articolo 11, comma 2, su informazione e sensibilizzazione, all’articolo 17 sulla manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze e, soprattutto, all’articolo 19 relativamente all’applicazione dei principi generali della difesa integrata obbligatoria;
Per questo abbiamo ritenuto importante e necessaria per impegnare il Governo:
1) a potenziare il sistema dei controlli sull’uso corretto dei pesticidi in agricoltura, incrementando anche i controlli sui prodotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con il glifosato oltre la soglia permessa in ambito europeo, al fine di tutelare la filiera produttiva italiana e garantire alti standard di qualità;
2) a vigilare, per quanto di competenza, affinché il monitoraggio del livello di contaminazione da pesticidi nelle acque sia omogeneo su tutto il territorio nazionale e che tutte le regioni si dotino di un piano per la tutela delle acque, al fine di assicurare un alto livello di protezione della salute umana, animale e dell’ambiente;
3) a prevedere iniziative volte ad un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci perché l’agricoltura è un settore importantissimo dell’economia italiana ed è importante che possa svilupparsi e continuare a farlo in un’ottica di qualità e di salvaguardia della salute, sia dei consumatori che degli operatori;
4) a porre in essere iniziative volte a sostenere l’utilizzo di buone pratiche agricole che possano essere sempre più sostenibili, in un quadro complesso anche in termini ambientali, allo scopo di raggiungere l’obiettivo di ridurre sempre più nel tempo l’uso dei fitofarmaci, contribuendo a realizzare la maggior protezione possibile di tutte le acque dall’inquinamento;
5) a prevedere, nell’ambito della nuova politica agricola comune, con particolare riferimento alle condizioni di accesso ai «regimi ecologici» da inserire nei piani strategici nazionali, criteri e iniziative volte a favorire pratiche agricole che determinano effetti positivi per la tutela dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici, prevedendo anche adeguati strumenti per la valorizzazione e la promozione dell’agricoltura biologica e per la riduzione della presenza di sostanze chimiche di sintesi negli ecosistemi, e in tal modo rispondere anche alla domanda di cibo sano che viene espressa in misura sempre maggiore dai cittadini;
6) ad intraprendere ogni utile iniziativa volta a rivedere e migliorare il piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, attraverso un processo trasparente, favorendo il coinvolgimento, oltre che delle istituzioni pubbliche e del mondo scientifico, delle associazioni agricole, ambientaliste, dell’agricoltura biologica e dei consumatori e la definizione degli obiettivi quantitativi, delle risorse finanziarie, delle misure e dei tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dei pesticidi sulla salute e sull’ambiente, prescritti dalla direttiva europea n. 2009/128/CE, all’articolo 4, paragrafo 1, valutando l’impatto del piano sui sistemi di agricoltura con metodo biologico e agricoltura integrata, in modo da rendere sempre più competitiva e di qualità la produzione agroalimentare italiana;
7) ad assumere iniziative normative nell’ambito della revisione del piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, affinché siano stabilite le distanze minime di sicurezza dalle abitazioni, dai confini privati e dalle coltivazioni biologiche con l’obbligo di avvisare i residenti prima di ogni trattamento;
8) ad assumere ogni utile iniziativa finalizzata alla promozione di programmi di ricerca su sistemi produttivi agroalimentari sempre più sostenibili e che prescindano dall’utilizzo di fitofarmaci dannosi per la salute umana e per l’ambiente, nonché di programmi che consentano di avere i dati sperimentali affinché le società produttrici di prodotti fitosanitari siano stimolate a registrare nuove molecole a basso impatto ambientale e per la salute umana, anche di origine naturale;
9) a prevedere misure di sostegno alla ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria nell’ambito dei prodotti fitosanitari di origine naturale, in considerazione della necessità di sviluppare una filiera di principi attivi compatibili con la produzione integrata e l’agricoltura biologica;
10) ad assumere iniziative per rivedere urgentemente il quadro normativo vigente al fine di introdurre deroghe che consentano, ancorché in modo da non arrecare alcun pregiudizio agli habitat naturali interessati, né alla fauna, né alla flora selvatiche locali, interventi mirati di lotta biologica con l’utilizzo di antagonisti naturali provenienti da altri areali;
11) ad assumere iniziative in relazione ai trattamenti antiparassitari con prodotti fitosanitari tossici per le api, al fine di salvaguardarne l’azione pronuba, non solo durante il periodo di fioritura, ma anche in quello di melata, nonché a promuovere, in accordo con le regioni e con le province autonome di Trento e Bolzano, una capillare azione di controllo e vigilanza per la repressione dell’uso, durante i trattamenti chimici in agricoltura, di fitofarmaci e principi attivi vietati o non autorizzati a livello nazionale ed europeo, perché pericolosi per i pronubi;
12) a porre in essere iniziative volte a sostenere la promozione dei controlli di qualità a cui sono sottoposti i prodotti italiani, quale modello di riferimento nel confronto con le altre filiere agroalimentari europee, nel quadro di una promozione del settore agroalimentare italiano e del sistema del made in Italy che contempli efficaci controlli sull’uso dei prodotti fitosanitari, anche nell’ottica di una maggiore tutela del consumatore finale;
13) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, per lo sviluppo dell’agricoltura integrata, come definita dalla legge 3 febbraio 2011, n. 4, anche alla luce delle esperienze già maturate in ambito regionale con particolare riferimento allo sviluppo del sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi), promuovendo normative per favorirne lo sviluppo e la competitività;
14) a valutare l’opportunità di:
a) assumere iniziative per rendere più efficace il quadro sanzionatorio, come previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo n. 150 del 2012, introducendo misure conseguenti all’inosservanza di tutte le prescrizioni e delle indicazioni previste dalle norme sull’uso sostenibile dei pesticidi;
b) limitare il più possibile il ricorso alle autorizzazioni in deroga, consentite dall’articolo 53 del regolamento (CE) n. 1107/2009 e rilasciate dal Ministero della salute, ai soli casi realmente necessari al fine garantire che tale possibilità sia utilizzata esclusivamente nella sua più classica accezione di prassi straordinaria e limitata nel tempo;
c) rafforzare gli strumenti di controllo finalizzati alla verifica delle modalità di vendita dei prodotti fitosanitari, compresa quella che avviene on line, al fine di contrastare fenomeni di elusione delle norme sulla distribuzione e sulla vendita di tali prodotti;
d) intervenire, presso le competenti sedi unionali, al fine di introdurre a livello europeo un divieto definitivo, e non solo parziale e temporaneo, dei neonicotinoidi e di altri insetticidi sistemici dannosi per i pronubi;
e) assumere, entro 6 mesi dall’approvazione del presente atto di indirizzo, gli atti e le misure previste dal decreto legislativo n. 150 del 2012 e dal piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari non ancora adottati, per i quali risultino scaduti i termini o per i quali non sia stata stabilita alcuna scadenza;
f) prevedere nell’ambito della revisione del piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai fini della riduzione dell’uso dei fitofarmaci, specifici obiettivi d’incremento della superficie agricola utilizzata coltivata con il metodo dell’agricoltura biologica, a partire dalle aree protette e dai siti Natura 2000, e l’ulteriore diffusione di tecniche sostenibili in agricoltura, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie di precisione funzionali allo sviluppo dell’agricoltura integrata;
g) promuovere un coordinamento tra le strutture competenti dei Ministeri delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute, al fine di approfondire la relazione tra l’utilizzo dei fitofarmaci e l’impatto su ambiente e salute, nonché per garantire la trasparenza e l’accessibilità a indagini e risultati;
h) richiedere, nelle opportune sedi europee, una maggiore trasparenza nelle procedure di autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari tramite una revisione del regolamento (CE) 1107/2009, anche mediante l’adozione di un registro pubblico che, fatta salva la protezione dei dati strettamente inerenti al procedimento di produzione della sostanza attiva e del relativo formulato, renda accessibili gli studi inerenti all’impatto ambientale e sulla salute umana del prodotto oggetto di registrazione.
Un altro importante passo verso un’agricoltura sostenibile è stato fatto.
Per saperne di più: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1/00124&ramo=CAMERA&leg=18