
Da quando il M5S è entrato in Parlamento, la riduzione del consumo di suolo è stata una delle battaglie cardine dell’azione parlamentare di noi componenti dell’a Commissione Ambiente e Territorio. Dopo decine di discussioni, come M5S abbiamo presentato un testo da abbinare al disegno di legge promosso dal governo. Delle nostre proposte ne sono state recepite solo alcune, e il provvedimento al quale si è arrivati con tanta fatica si presenta molto annacquato sulla definizione di “area agricola”, sull’attribuzione dei poteri in materia di urbanistica tra governo ed enti locali e soprattutto sull’iter per arrivare ai finanziamenti per le bonifiche. Il testo però è sprofondato al livello di “farsa” in seguito alla cancellazione, tramite un emendamento in commissione Ambiente, del vincolo che avrebbe spinto le amministrazioni comunali a rendere più oneroso costruire su terreni non edificati e più vantaggioso intervenire per riqualificare il patrimonio edilizio già esistente. Il comma 3 dell’articolo 5 si proponeva di limitare il consumo di suolo, facendo in modo che i comuni rendessero più conveniente riqualificare gli edifici già in essere, piuttosto che investire in nuove costruzioni: i colleghi del PD, col solito “blitz” in zona Cesarini (il testo verrà votato nei prossimi giorni), ha mortificato ancora una volta una legge che l’Italia attende da anni.
I parlamentari del PD non hanno fatto altro che recepire un rilievo della commissione Bilancio, secondo la quale quel comma avrebbe ridotto sensibilmente le entrate nelle casse dei comuni. Una scusa risibile, perché abbiamo presentato diversi documenti che confermano come non sia assolutamente vero che le opere di riqualificazione di edifici esistenti siano sinonimo di minori entrate per i comuni. La verità è che questo governo, e con esso la maggioranza parlamentare che lo sostiene, non vogliono scalfire il loro rapporto privilegiato con palazzinari e speculatori. I quali, è noto, garantiscono voti, soldi e sostegno. Quindi il provvedimento che verrà licenziato questa settimana non è altro che una legge sport, con la quale i rappresentanti “Dem” si beeranno di essere dalla parte della sostenibilità ambientale, quando in realtà la montagna non ha fatto altro che partorire un topolino. Questa legge non ha nulla di rivoluzionario in tema di consumo del suolo. Anzi, se la si legge attentamente (nei prossimi giorni pubblicheremo il testo definitivo), essa strizza l’occhio e non poco ai costruttori e a tutto quel segmento dell’edilizia poco attento all’ambiente.
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