Dl Ristori bis, le misure principali

Il Ristori bis mette complessivamente in campo 2,8 miliardi di euro, che si aggiungono ai 5,4 miliardi del Ristori 1 facendo salire a oltre 8 miliardi il volume di aiuti liberati dopo i due dpcm di ottobre-novembre. Anche in questo caso, come già vale per il Ristori 1, i fondi sono stati reperiti utilizzando le risorse già stanziate in deficit dagli altri decreti approvati nel corso del 2020.

Lo schema di intervento è lo stesso del Ristori 1, seguito al dpcm del 24 ottobre che aveva già disposto restrizioni di orario su tutto il territorio nazionale (tra le altre cose ha disposto la chiusura di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie a partire dalle 18.00 e ha sospeso le attività di palestre, piscine e centri termali).

Il Decreto Ristori bis ha l’obiettivo di fornire un veloce aiuto economico ai settori colpiti dalle misure restrittive contenute nel dpcm del 3 novembre. Quest’ultimo, avendo diviso l’Italia in zone di rischio legato al Covid 19 (poi ribattezzate gialle, arancioni e rosse), ha decretato la chiusura totale di molte attività nelle zone a più alto rischio, ovvero rosse e arancioni. Da questo punto vista, quindi, il Dl Ristori bis va a garantire contributi a fondo perduto alle attività chiuse in conseguenza del dpcm del 3 novembre, ma allo stesso tempo potenzia anche le percentuali di ristoro previste dal Dl Ristori 1. Inoltre il provvedimento incrementa il numero delle attività economiche (elenco codici Ateco) coperte da contributi a fondo perduto sulla base del Decreto Ristori 1.

Queste più nello specifico le misure principali.

 

  • per tutto il territorio nazionale vengono introdotte un nuovo elenco di attività economiche che potranno beneficiare dei ristori a fondo perduto, che vanno dal 50% al 400% di quanto ricevuto con il decreto Rilancio;

 

Il Dl Ristori bis introduce innanzitutto un nuovo elenco di attività economiche (contrassegnate dai codici Ateco) che potranno essere raggiunte dai contributi a fondo perduto in automatico o facendo domanda all’Agenzia delle entrate. Lo schema resta lo stesso del Dl Ristori 1, ovvero contributo automatico per chi ha già ricevuto il ristoro del Dl Rilancio o nuova domanda per chi non ne aveva usufruito.

Il nuovo elenco, allegato al Dl Ristori 1, passa così dalle iniziali 53 attività alle 73 complessive. Tra le principali attività inserite ex novo ci sono i fotografi, le lavanderie industriali, i musei.

 

 

  • garantiti nuovi ristori a fondo perduto, nella misura del 200% di quanto percepito con il decreto Rilancio, per tutta una serie di nuove attività situate nelle zone arancioni o rosse;

 

Il Dl Ristori bis garantisce contributi a fondo perduto a una serie di nuove attività, per la precisione 57, penalizzate dalle restrizioni introdotte dal dpcm del 3 novembre in quanto inserire in zone rosse o arancioni. Di fatto si tratta di attività soggette a chiusura. Questi contributi a fondo perduto ammontano tutti al 200% di quanto percepito all’epoca sulla base del Dl Rilancio.

 

 

  • per una serie di attività già inserite nell’elenco del Ristori 1, come gelaterie, bar, pasticcerie ed alberghi, delle zone arancioni e rosse è prevista una maggiorazione del contributo del 50% che si aggiunge a quanto già disposto dal primo decreto ristori (arrivando dal 150% al 200%);

 

Il Dl prevede anche tutta una serie di misure sul fronte fiscale

 

  • proroga del termine di versamento del secondo acconto fiscale per ulteriori soggetti, non ricompresi nel primo decreto ristori, che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa);

 

  • sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali per i datori di lavoro privati con sede operativa nei territori interessati dalle nuove misure restrittive;

 

  • anche per i settori colpiti nelle zone rosse viene cancellata la rata Imu di dicembre per i proprietari e i gestori;

 

  • anche per i settori colpiti nelle zone rosse viene riconosciuto un credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei mesi di ottobre, novembre e dicembre;

 

  • riconosciuto il congedo straordinario per i genitori in caso di chiusura delle scuole secondarie di primo grado, e il bonus baby-sitting per le regioni in zona rossa.

 

Per le zone rosse nelle quali è stata disposta la chiusura delle scuole secondarie di primo grado viene riconosciuto ai genitori un congedo parentale pari al 50% della retribuzione mensile. Il congedo viene riconosciuto ai genitori lavoratori dipendenti nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile.

Sempre per le regioni rosse nelle quali sia stata disposta la chiusura delle scuole secondarie di primo grado, il Decreto introduce un bonus baby sitter da 1.000 euro. Il bonus è riconosciuto ai genitori lavoratori autonomi a patto che non sia possibile lavorare in modalità agile e a patto che non ci sia altro genitore beneficiario di sostegni al reddito. Il bonus non è riconosciuto per le prestazioni rese dai familiari.

Sia il congedo straordinario sia il bonus baby sitter sono riconosciuti anche ai genitori di figli con disabilità grave iscritti a scuole di ogni ordine e grado per i quali sia stata disposta la chiusura ai sensi dei dpcm del 24 ottobre 2020 e del 3 novembre 2020.

 

  • Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore

Viene istituito il “Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore”, con una dotazione di 70 milioni di euro per l’anno 2021. Con queste risorse saranno effettuati interventi a favore delle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali e delle province autonome; delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano; delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

  • Esonero contributivo per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura (comprese le aziende produttrici di vino e birra), che vengono esonerate dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi Inail, anche per la mensilità relativa a dicembre 2020 (in aggiunta alla mensilità di novembre prevista dal decreto Ristori 1). Contestualmente vengono abrogati i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Ristori 1 e pari a 100 milioni per l’anno 2020.

 

  • Ulteriori 300 milioni per il potenziamento del Tpl

Per il trasporto pubblico locale ci sono 300 milioni di euro. Si tratta di stanziamenti che vanno a incrementare il Fondo per il trasporto pubblico locale creato dal decreto Rilancio, che rappresentano a tutti gli effetti un anticipo rispetto al 2021. Regioni e enti locali potranno accedere alle nuove risorse solo dopo aver utilizzato quelle già stanziate in questi mesi di pandemia e che ammontano a 1,1 miliardi. Di questi 300 milioni, un terzo (100 milioni) potrà essere utilizzato per il ricorso a servizi aggiuntivi destinati anche agli studenti, “occorrenti” nell’anno 2021 per fronteggiare le esigenze di trasporto conseguenti all’attuazione delle misure di contenimento, in tutte quelle circostanze dove il servizio presentava un tasso di riempimento superiore al 50% prima dell’avvento del virus. I restanti due terzi (200 milioni), come specificato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, potranno essere utilizzati per coprire le perdite causate dalla riduzione dei ricavi in questi mesi di forti restrizioni.