
L’Appennino a differenza delle Alpi, è un luogo ancora sconosciuto come meta turistica, ma vi assicuro che non ha nulla da invidiare alle più note località alpine.
Negli ultimi anni c’è stato un riscatto di questa lunga area che va da nord a sud, ma in realtà il rilancio turistico è secondo me ancora un po’ lontano. Purtroppo le politiche turistiche regionali hanno da sempre messo in secondo piano le zone appenniniche puntando sulle più appetibili aree costiere, cosa che le regioni alpine per ovvi motivi non possono fare, costringendole quindi a focalizzare l’attenzione e gli investimenti nel proprio entroterra.
Negli ultimi tempi però, ci sono stati una serie di eventi e di condizioni che in qualche modo stanno costringendo le regioni a cambiare prospettiva, dimostrando che si può far rinascere questi territori, ma solo se c’è un’ampia volontà politica nazionale regionale e comunale, ma non solo, anche sociale e imprenditoriale.
Gli eventi di cui parlavo, responsabili del cambio di rotta, sono le due grandi emergenze che hanno colpito in particolare queste zone e l’Italia intera: La prima è il sisma 2016, che ha interessato l’Italia centrale, la seconda l’emergenza Covid.
Perchè parlo di queste due emergenze?
Perché nell’ultimo decreto sisma in cui ero relatrice, ho fortemente voluto l’istituzione della Cabina di regia sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri per coordinare, progettare e rilanciare i piccoli comuni a livello socio turistico, culturale e artigianale. Ho anche spinto per la connessione infrastrutturale di tutta l’area appenninica del centro Italia coinvolta dal sisma, parlo di 4 regioni, Marche , Umbria, Lazio, Abruzzo, che possono quindi diventare i capofila di un rilancio di tutto l’appennino. Credo sia la prima volta che viene istituita una regia nazionale per coordinare una intera zona che coinvolge cosi tante regioni e provincie, che però hanno peculiarità simili. Questa cabina di regia, ad oggi, ha un proprio portafoglio di piu di 70 milioni di euro. È un buon punto di partenza ma non basta, c’è bisogno di pensare in grande per volare lontano, sviluppando una visione più ampia, che va anche oltre i confini nazionali per far conoscere i nostri bellissimi territori.
Anche l’emergenza Covid ha un pò cambiato la nostra quotidianità ed il nostro modo di pensare: al di là della tragedia che abbiamo vissuto tutti e stiamo ancora vivendo, sia a livello umano che economico, non si può negare che in moltissimi casi il Covid abbia fatto riavvicinare le famiglie costringendole a casa, e ha anche riacceso quei valori che nel tempo a causa degli impegni lavorativi e della vita frenetica a cui tutti siamo abituati sono andati un po’ persi. Per colpa delle diverse restrizioni ad esempio le famiglie hanno ricominciato ad andare in montagna per passeggiate e picnic, preferendole a centri commerciali e città affollate. Allo stesso modo le restrizioni stanno portando le persone a prenotare le proprie vacanze in montagna e non al mare, e onestamente spero che questo cambio di passo rimanga anche quando supereremo il periodo contingente.
So benissimo che i problemi dell’appenino non si possono riassumere solamente nella mancanza di turisti, ma che c’è anche un problema enorme di spopolamento e di mancanza di servizi. Su questi stiamo lavorando, mi riferisco fra le altre cose anche all’attuazione della legge sui piccoli comuni, che mi ha visto coinvolta in prima persona nella sua stesura e che, ad esempio, ha fatto cambiare direzione alle Poste Italiane, che dopo aver deciso di chiudere moltissimi punti postali nei piccoli comuni. è invece tornata sui suoi passi e ha deciso di investirci risorse.
Inoltre è in corso già da alcuni anni, e si dovrebbe concludere il prossimo anno, il grande appalto pubblico che ha visto l’istallazione della fibra in tutte le zone grigie d’Italia (cioè su quelle zone in cui gli operatori mobili non hanno interesse a cablare, perchè economicamente svantaggiose), quindi l’infrastruttura pagata dallo stato è in opera e so che molti cittadini hanno già visto operatori di oper fibre lavorare sulle strade per fare le relative opere.
Negli ultimi anni c’è stato un riscatto di questa lunga area che va da nord a sud, ma in realtà il rilancio turistico è secondo me ancora un po’ lontano. Purtroppo le politiche turistiche regionali hanno da sempre messo in secondo piano le zone appenniniche puntando sulle più appetibili aree costiere, cosa che le regioni alpine per ovvi motivi non possono fare, costringendole quindi a focalizzare l’attenzione e gli investimenti nel proprio entroterra.
Negli ultimi tempi però, ci sono stati una serie di eventi e di condizioni che in qualche modo stanno costringendo le regioni a cambiare prospettiva, dimostrando che si può far rinascere questi territori, ma solo se c’è un’ampia volontà politica nazionale regionale e comunale, ma non solo, anche sociale e imprenditoriale.
Gli eventi di cui parlavo, responsabili del cambio di rotta, sono le due grandi emergenze che hanno colpito in particolare queste zone e l’Italia intera: La prima è il sisma 2016, che ha interessato l’Italia centrale, la seconda l’emergenza Covid.
Perchè parlo di queste due emergenze?
Perché nell’ultimo decreto sisma in cui ero relatrice, ho fortemente voluto l’istituzione della Cabina di regia sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri per coordinare, progettare e rilanciare i piccoli comuni a livello socio turistico, culturale e artigianale. Ho anche spinto per la connessione infrastrutturale di tutta l’area appenninica del centro Italia coinvolta dal sisma, parlo di 4 regioni, Marche , Umbria, Lazio, Abruzzo, che possono quindi diventare i capofila di un rilancio di tutto l’appennino. Credo sia la prima volta che viene istituita una regia nazionale per coordinare una intera zona che coinvolge cosi tante regioni e provincie, che però hanno peculiarità simili. Questa cabina di regia, ad oggi, ha un proprio portafoglio di piu di 70 milioni di euro. È un buon punto di partenza ma non basta, c’è bisogno di pensare in grande per volare lontano, sviluppando una visione più ampia, che va anche oltre i confini nazionali per far conoscere i nostri bellissimi territori.
Anche l’emergenza Covid ha un pò cambiato la nostra quotidianità ed il nostro modo di pensare: al di là della tragedia che abbiamo vissuto tutti e stiamo ancora vivendo, sia a livello umano che economico, non si può negare che in moltissimi casi il Covid abbia fatto riavvicinare le famiglie costringendole a casa, e ha anche riacceso quei valori che nel tempo a causa degli impegni lavorativi e della vita frenetica a cui tutti siamo abituati sono andati un po’ persi. Per colpa delle diverse restrizioni ad esempio le famiglie hanno ricominciato ad andare in montagna per passeggiate e picnic, preferendole a centri commerciali e città affollate. Allo stesso modo le restrizioni stanno portando le persone a prenotare le proprie vacanze in montagna e non al mare, e onestamente spero che questo cambio di passo rimanga anche quando supereremo il periodo contingente.
So benissimo che i problemi dell’appenino non si possono riassumere solamente nella mancanza di turisti, ma che c’è anche un problema enorme di spopolamento e di mancanza di servizi. Su questi stiamo lavorando, mi riferisco fra le altre cose anche all’attuazione della legge sui piccoli comuni, che mi ha visto coinvolta in prima persona nella sua stesura e che, ad esempio, ha fatto cambiare direzione alle Poste Italiane, che dopo aver deciso di chiudere moltissimi punti postali nei piccoli comuni. è invece tornata sui suoi passi e ha deciso di investirci risorse.
Inoltre è in corso già da alcuni anni, e si dovrebbe concludere il prossimo anno, il grande appalto pubblico che ha visto l’istallazione della fibra in tutte le zone grigie d’Italia (cioè su quelle zone in cui gli operatori mobili non hanno interesse a cablare, perchè economicamente svantaggiose), quindi l’infrastruttura pagata dallo stato è in opera e so che molti cittadini hanno già visto operatori di oper fibre lavorare sulle strade per fare le relative opere.
In questo modo lo Stato sta accorciando le distanze “virtuali”, che ora come ora sono molto importanti visto che lo Smart working ha avuto una crescita pazzesca a causa dal Covid e che non è escluso che in futuro si potrebbe continuare con questa modalità lavorativa per molte posizioni. Questa è secondo me un’altra grande opportunità per i nostri piccoli comuni che popolano tutto l’arco appenninco. E poi parliamoci chiaro… la qualità della vita nelle nostre piccole comunità è nettamente migliore di quello delle grandi metropoli, e anche questo è stato messo in luce dal Covid.
Detto tutto ciò, posso concludere dicendo: abbiamo vissuto due grandissime tragedie che hanno messo alla prova in un caso 4 regioni, mi riferisco al sisma, e nell’altro tutto il pianeta, e ora le stiamo superando. Dobbiamo approfittare delle opportunità che in qualche modo ne sono scaturite: motivo per cui, l’obiettivo è, da una parte unire i progetti già in corso, e, dall’altra, svilupparne di nuovi per far rinascere il nostro bellissimo territorio.
Detto tutto ciò, posso concludere dicendo: abbiamo vissuto due grandissime tragedie che hanno messo alla prova in un caso 4 regioni, mi riferisco al sisma, e nell’altro tutto il pianeta, e ora le stiamo superando. Dobbiamo approfittare delle opportunità che in qualche modo ne sono scaturite: motivo per cui, l’obiettivo è, da una parte unire i progetti già in corso, e, dall’altra, svilupparne di nuovi per far rinascere il nostro bellissimo territorio.